Aimè, sì: è da anni ormai che si sente la stessa storia.
“La luce blu è dannosa per i nostri occhi ed è la responsabile della stanchezza
che si può avvertire davanti al pc, allo smartphone o al tablet.“
Ma è davvero così?
Scopriamo se è realmente dannosa per i nostri occhi.
Cos’è la luce blu? Dove è presente?
Come si vede dall’immagine, che rappresenta lo specchio elettromagnetico, vicino alla luce visibile si trovano le radiazioni ultraviolette, o raggi UV. Una buona parte di queste radiazioni viene assorbita dall’atmosfera terrestre e la porzione non filtrata genera sia effetti benefici, come la formazione della vitamina D, sia dannosi per la salute dell’uomo, come l’invecchiamento della pelle.
La luce blu appartiene alla luce visibile, ma è proprio a ridosso dei raggi UV. Ecco perché è considerata potenzialmente pericolosa. In particolare, all’interno dello spettro elettromagnetico, la troviamo tra i 380 nm e i 500 nm.
Ma dove è presente questa radiazione?
La luce blu è emessa
- da tutti i dispositivi digitali con tecnologia LED
- dai sistemi di illuminazione moderni, come lampade fluorescenti
- dalla stessa luce solare, in cui è presente 100 volte in più rispetto ai dispositivi.
Quali strutture dell’occhio raggiunge la luce blu?
A differenza dei raggi ultravioletti che sono quasi completamente assorbiti da cornea e cristallino (MA ciò non significa che non creino problemi), la luce blu riesce a raggiungere la retina, il tessuto che ha il compito di trasformare l’energia nelle immagini che vediamo.
(3)A causa del loro fabbisogno di ossigeno moderatamente elevato, l’epitelio pigmentato retinico e i fotorecettori vengono considerati più suscettibili al danno fotochimico indotto dalla luce blu.
Il mantenimento dell’integrità della retina e della macula, ovvero la regione più importante per la visione, è fondamentale.
Quindi sulla carta, effettivamente, c’è una componente di dannosità anche è doveroso fare due precisazioni:
– (4)il danno significativo, ovvero in termini di densità e di divisione delle cellule, è causato solo da una piccola porzione di tutto il range della radiazione blu, ossia quello compreso tra i 415 nm e i 455 nm (dopo 6 ore di esposizione)
– la maggior parte della luce blu è contenuta in quella solare, a cui siamo esposti da sempre, tutti i giorni
Quindi è giusto proteggersi dalla luce blu?
Sì, ma solo da una piccola parte e ciò sarebbe inutile se non ci proteggessimo dalla luce del sole con occhiali da sole, lenti fotocromatiche o con tecnologia UV TECH, considerando anche che si conoscono molte più informazioni sui danni provocati dai raggi UV rispetto a quelli provocati dalla luce blu.
Anche perché diversi studi hanno dimostrato che (4)la luce blu apporta alcuni benefici al nostro organismo, giocando un ruolo fondamentale nelle fisiologiche funzioni non visive.
Tra queste funzioni troviamo la regolazione del ritmo sonno-veglia, della melatonina, del nostro umore, della memoria e delle performance cognitive.
Ciò che bisognerebbe fare quindi è utilizzare lenti che riescano a bloccare quella porzione di luce blu effettivamente pericolosa, ma contemporaneamente trasmettere quella che è in realtà utile per il nostro organismo.
Quando scegliere lenti anti luce blu (e quali)
Le lenti che troviamo sul mercato, in genere, indicano una protezione generica dalla luce blu, senza specificare quale parte di tale radiazione.
Le indicazioni che eventualmente possiamo trovare riguardano la percentuale di luce blu che viene bloccata, ad esempio possiamo trovare scritto “bloccano il 50% o il 40% della luce blu” (come le UVTech di ITAL-LENTI o le Zeiss BlueGuard) e di conseguenza interpretare qual è la porzione che viene bloccata e quale viene trasmessa.
A seguito di questo possiamo affermare che la luce blu non è il diavolo fatto a radiazione, non è completamente dannosa e che bisogna considerare le abitudini visive prima di scegliere le lenti anti luce blu.
Vista la confusione che troviamo sul mercato, soprattutto tra gli annunci rivolti al consumatore finale, il mio consiglio è di optare per lenti che bloccano la luce blu solo su occhiali che vengono utilizzati per lavoro, al computer, in ufficio etc.
Se proprio ci si volesse proteggere anche quando si è esposti alla luce del sole e non si utilizzano occhiali da sole (quindi se si volesse optare per lenti anti luce blu su occhiali a permanenza) allora è importante fare attenzione a quale porzione viene bloccata.
Per qualsiasi dubbio, al momento della scelte delle lenti, chiedi consiglio al tuo ottico optometrista.
Bibliografia
(1) Adam Gordon. Digital Eye Strain, blue light and contact lens wear. Contact Lens Spectrum 2018/11/1
(2) Coles-Brennan C, Sulley A, Young G. Management of digital eye strain. Clin Exp Optom. 2018 May 23. [Epub ahead of print]
(3) Singh S, Keller PR, Busija L, McMillan P, Makrai E, Lawrenson JG, Hull CC, Downie LE. Blue‐light filtering spectacle lenses for visual performance, sleep, and macular health in adults. Cochrane Database of Systematic Reviews 2023, Issue 8. Art. No.: CD013244. DOI: 10.1002/14651858.CD013244.pub2. Accessed 01 August 2024.
(4) Smick K, Villette T, Boulton ME, et al. Blue light hazard: New Knowledge, New Approaches to Maintaining Ocular Health. Report of a roundtable. 2003 Mar 16.
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